When I think of the sea, I think of the infinite, and when I think of photographing the sea, I think only of the beaches of Fiumara and Alberese in Maremma. Perhaps recalling Giacomo Leopardi, to conceive the infinity of the sea, I need to imagine glimpsing it, catching it beyond a dune or behind some plants—personal metaphors for exploring the tension between the finite and the infinite. The presence of a sort of physical boundary would then lead to a deeper understanding and meditation on the vastness and the eternal idea of infinity that I dream of, symbolized by these seascapes bathed in supreme light.
Quando penso al mare penso all’infinito e quando penso di fotografare il mare penso solo e soltanto alle spiagge di Fiumara e di Alberese in Maremma. Forse memore di Leopardi per concepire l’infinito del mare ho bisogno di pensare di intravederlo, di coglierlo oltre una una duna o dietro delle piante, metafore personali queste per esplorare la tensione tra il finito e l’infinito. La presenza di una sorta di confine fisico vorrei quindi inducesse a una maggiore comprensione e una meditazione più profonda sulla vastità e sull’idea eterna di infinito che sogno come simboleggiato da queste marine investite di una luce suprema.